Riflessioni per moderno cantastorie.
Un attore solista, uno schermo gigante, immagini di film, titoli di giornali ed altre amenità.
Tutto cominciò quando un piccolo nugolo di grassi proprietari terrieri senza scrupoli ( avevano già rubato le terre degli indiani) si rese conto di trovarsi in Texas, cioè in America dove ci si poteva ingrassare ancora di più a spese dei piccoli coloni, specie se neri, applicando la legge del più forte oppure col semplice trucco di sputtanarli per poterli eliminare impunemente. Incoraggiati dai successi della strategia dello sputtanamento, si convinsero che quella strategia poteva funzionare anche al contrario. Sarebbe bastato bombardare la gente attraverso i giornali per convincerla della bontà di qualsiasi nefandezza fosse loro venuta in mente. Infatti riuscirono a convincere la gente che loro erano belli, puliti e buoni, naturalmente ricchi, ma all’occorrenza anche poveri (ma sempre belli). Da allora si riuniscono segretamente, alla maniera del K.K.K. almeno una volta alla settimana, e festeggiano la buona riuscita dei loro piani, con una grande mangiata di penne all’arrabbiata o al nero di seppia. Poi brindano alla loro geniale intuizione e cioè quella di aver piazzato i propri uomini bianchi e di provata fede (garantita da foglio paga in nero) nelle pagine chiave dei giornalini di tutto il Texas. Da quelle pagine i fedeli leccaculo e papponi bianchi, garantiti dalla trionfante società dell’apparire, del vuoto etico, dell’assenza morale, del conflitto d’interesse, del voltagabbana d.o.c., a cui hanno dato un contributo non indifferente, si danno un gran da fare per apparire a loro volta giornalisti veri, probi e schic, tutta penna, chiesa e cantina, e grande senso del dovere. Instancabili nelle auto celebrazioni e nelle celebrazioni dei propri grassi datori, tutti col ranch di facciata ma in realtà pronti a scatenare guerre senza quartiere per annientare chiunque si frapponga alle loro manie di grandezza e smanie per la conquista del petrolio. Da allora…
Pappapappapapp! Piccoli giornalisti per piccoli giornali crescono. Ma forse c’è un equivoco di fondo. Senza scomodare luminari della Scienza, si capisce che parte della colpa va attribuita ai loro padri; è noto l’aneddoto di una famosa penna alpina, ricoverata alla neuro della Legione Straniera, reparto “pericolosi per gli altri”, che racconta come da piccolo, mentre leggeva il corriere dei piccoli, ebbe ad esclamare: papà, papà! Da grande voglio fare il giornalista. E il Padre: va bene figliolo, comincia a mettere i soldi da parte che poi ti compro l’edicola all’angolo.
(nel silenzio più totale appaiono sullo schermo i titoloni del K che emigra. Dopo alcuni titoli, mentre altri ne scorrono, parte la canzone “non partir” cantata da Toni Dallara o dal cantastorie che lo imita.)
(nel silenzio scorrono cifre di contributi pubblici a k, quindi i titoli dello sfratto per trenta milioni di lire. Seguono immagini del film cabaret, dove si canta la canzone money money, oppure è il cantastorie che indossando qualche elemento che faccia riferimento al film, ne canta un brano.
Titolone di ennesima minaccia di emigrazione di un K quindi, a stacco, lo spezzone della trasmissione di toti e tata in cui toti, prima di leggere la sua poesia, urla alla madre: “vattinne…te n’ada scì da ddò”.
Tornando ai grassi proprietari terrieri, accadde che i più grassi fecero famiglia a parte. Si muovevano sempre meno a causa del grasso che, al minimo movimento, colava da tutte le parti misto a sudore e merda, ebbero un’ennesima idea geniale: gestire dei saloons dove si poteva consumare un piatto di penne alla “come le vuoi”, ovviamente di produzione propria e assistere a spettacoli secondo la moda. Naturalmente perché gli affari potessero andare a gonfie vele bisognava che i grassi controllassero tutto. I concorrenti, guerra indiana docet, andavano prima sputtanati poi eliminati; alle mode e ai gusti della gente pensavano gli amici nei giornalini; tutti i posti chiave per il controllo degli alcolici e degli spettacoli alla moda, vennero occupati dalla famiglia che aveva ormai diramazioni e picciotti in tutti gli Stati dell’Unione. Democrazia vuole che vi siano organi di controllo per l’apertura di saloon e per la loro tenuta. Nessun problema: i grassi piazzano uno della famiglia nell’organo di controllo in modo che si possono controllare da soli senza scomodare nessuno. Le uniche volte che si scomodano sono per controllare i concorrenti e farli sparire, quando sono deboli e isolati, oppure rompergli i coglioni, ritardare il più possibile i permessi e comunque rendergli la vita difficile. Capita quindi che solo qualche pistolero pronto all’autodifesa con le armi del proprio saloon, sfugga alle loro grinfie. E’ nota la strana sorte di un modernissimo e grande saloon costruito dalla comunità di un grande paese della costa dove però c’era un saloon di uno della famiglia dei grassi. Per trent’anni è stato tenuto chiuso con mille cavilli dall’organo di controllo. Appena il grasso proprietario del vecchio saloon si è trasferito a Las Vegas per iniziare un nuovo business con una sala giochi, il grande saloon pubblico supera tutti gli esami e viene finalmente inaugurato con pompa magna e con la presenza di diversi grassi proprietari. Quando si dice la combinazione.
Vito Signorile